” Gli spiriti sono qui, dove sono i corpi, nello spazio e nel tempo naturali, ogni volta e fintanto che i corpi son corpi viventi ” ( Husserl, 1961 ).
La cultura Occidentale ci ha abituato da moltissimi anni a considerare il corpo come un elemento distinto e ben diviso da quella che è la nostra mente, ed in poche occasioni a considerarli come un’entità che presenta un’unica e complessa realtà.
Spesso infatti ci si riferisce al corpo dicendo ” il mio corpo” quasi fosse un oggetto che ci appartiene e non al contrario come una parte importante del nostro Sè. Noi invece siamo il nostro corpo, ma è facile che ce ne dimentichiamo e preferiamo guardarlo, parlarne ed avvicinarci ad esso come fosse qualcosa di altro da noi, come se non fosse in stretta correlazione con ciò che viviamo ogni giorno.
In effetti la domanda che può essere un primo punto di riflessione è quanto ci accorgiamo del nostro corpo? Riusciamo a sentirlo? riusciamo a percepire i messaggi che egli continuamente manda? e che importanza gli diamo?.
All’apparenza sembrano domande quasi banali, ma frequentemente capita che le persone quasi non si accorgano più di avere un corpo, e soltanto dopo averle portate ad un certa soglia di consapevolezza percepiscono di nuovo questo strano “essere”.
Mentre invece il nostro corpo è il primo organo che incontra il mondo, nel quale agisce e nel quale si crea l’esperienza che a mano a mano che viene accumulata, crea la nostra crescita quotidiana.
Questo profondo legame tra mente e vissuto corporeo è alla base anche del concetto più moderno di disagio e di malattia; infatti molti autori sia psicoterapeuti, sia la comunità scientifica prettamente medica, sono concordi nel delineare che alcuni problemi come la tensione cronica, il mal di testa perpetuo, l’obesità, alcune sofferenze psicosomatiche, l’insensibilità emozionale, taluni disturbi sessuali, alcune forme lievi di sintomatologie depressive sono strettamente collegati anche al vissuto mentale della persona.
Noi siamo una totalità formata da più parti come appunto corpo, mente, emozioni, pensieri, sentimenti, immaginazione, sensi, movimento che si integrano e si intersecano fra di loro in un tutto armonico e nel momento in cui qualcosa viene dimenticato, assopito, non “ascoltato” qualcosa si manifesta, lanciando un campanello d’allarme nel nostro quotidiano.
Se si riesce a coinvolgere in ogni esperienza della vita questo tutto armonico, in particolare non dimenticando mai di avere un corpo, il senso di Sè sarà più forte, più efficace e si avrà come una sensazione di interezza e di equilibrio.
Questa buona consapevolezza corporea può essere utile sia nel cercare di risolvere piccoli problemi quotidiani come far fronte alle tensioni, capire e comprendere le nostre emozioni ed i nostri sentimenti e quindi modellarli in base alle relazioni che abbiamo in quel momento, ma sia anche per affrontare problematiche più profonde legate a parti di Sè, ad un momento di confusione, a determinati conflitti emotivi, oppure ad un forte senso di frammentazione.
Per questo è importante cominciare a lavorare sulla consapevolezza di ciò che vive il corpo, dare espressione verbale a quello che avviene cercando con un esercizio continuo di esplicitare i segnali corporei in quanto questa trasformazione permette nel tempo una maggiore conoscenza di noi stessi, dando una nuova opportunità di creare un equilibrio diverso per contattare l’ambiente soddisfacendo i propri bisogni.
Attraverso questi lavori che possono essere fatti dapprima in un percorso terapeutico, ma anche da soli, la persona può trovare nuovi modi di essere, ma anche semplicemente un nuovo modo di ascoltare il proprio respiro, sentire quando e dove può avere delle sensazioni di apnea, delle tensioni che si trovano in alcune parti.
Questo perchè se un nostro bisogno viene frustrato e non ascoltato pensando erroneamente che non sia importante o che possa essere semplicemente rimandato, l’intero organismo reagisce a livello somatico, emotivo e cognitivo ed anche il comportamento ne viene di conseguenza influenzato.
Molte volte abbiamo delle tensioni che provocano un forte irrigidimento, un respiro affannoso o dei giramenti di testa, queste sono reazioni istintive dell’organismo che una volta riconosciute e comprese vanno elaborate ed affrontate perchè tutto ciò se non fatto, può portare ad avere un adattamento corporeo quasi cristallizzato nel non ascolto dando via a degli atteggiamenti automatici anche di ritiro in Sè stessi e nei casi gravi di una vera e propria alienazione.
Per questo è importante rendere leggibili i segnali del nostro corpo, risolvere le situazioni incompiute, le Gestalt aperte, per sanare nel tempo queste fratture emotive.
Trasformare queste cristalli comportamentali in nuove modalità a noi più consone che meglio ci somigliano e ci rappresentano non avendo paura del cambiamento e nè di quello che questo può comportare nel nostro quotidiano.
Il nostro corpo merita attenzione ed ascolto perchè appunto noi siamo il nostro corpo.
 
” Chi scorge una differenza tra spirito e corpo non possiede nè l’uno nè l’altro”
( Oscar Wilde )