Pochi giorni fa accendendo la radio mi è capitato di ascoltare la canzone di Fiorella Mannoia “Quello che le donne non dicono” e mi sono fermata un pò a riflettere in base anche al testo della cantautrice su come a volte effettivamente nel quotidiano molte donne abbiano una vera e propria difficoltà a comunicare, a dare voce a ciò che succede nel loro mondo emotivo, molto spesso pensando, a torto, che esso non sia importante, che non verrà ascoltato laddove provino a farlo e che comunque non cambierà nulla.

Molte volte mi sono trovata di fronte a delle donne straordinarie che nel quotidiano sono riuscite a mettere così tanta energia in tutto quello che facevano dalla cura dei figli, all’assistenza di un genitore anziano, a salvaguardare la loro famiglia e la loro relazione da non sentire più la fatica, da essere talmente inserite in questo vortice da non riuscire più ad ascoltare sè stesse non riconoscendo tra l’altro l’alto valore “eroico” di quello che portavano avanti ogni giorno.
E questo silenzio però in alcune situazioni può nascondere altro, sopratutto emozioni sopite, non dette che a lungo andare possono riflettersi sull’umore e sul corpo che come una spia avverte che c’è qualcosa che non va, perchè le emozioni quando non sono trasmesse e non viene dato loro modo di esprimersi possono dare vita a delle manifestazioni psicosomatiche importanti alle quali se non viene data una giusta attenzione può nel tempo portare a dei disagi. Rabbie nascoste, o anche fastidi o disagi non comunicati o anche gioie non condivise con l’Altro come vorremmo può portare ad altre manifestazioni come malinconie, frustrazioni, disturbi alimentari  e depressivi, ed il passaggio può essere a volte anche molto veloce. Il fatto è che per quanto a parole ci si dice che ci si deve voler bene, prendere cura di Sè, siamo ancora sopratutto per quanto riguarda la realtà femminile, in un terreno dove si fa ancora difficoltà a farlo davvero, a dare voce al proprio mondo interiore e dove si crede che essere autonome e con un’ alta autostima possa significare per forza essere delle Donne forti e non emotive ed a tratti quasi egoiste, con dei tratti maschili, ma inteso in senso dispregiativo. In realtà avere una buona autostima e fare un percorso verso il benessere significa in maniera molto più semplice iniziare ad essere ogni giorno più consapevoli del valore intrinseco di ognuno, e prendere atto che è nel diritto di ciascuno realizzare sè stessi, di avere un posto nel mondo nel rispetto di sè stessi e degli altri.
Avere una sana autostima significa essere più consapevoli, e quindi fare di conseguenza anche delle scelte di vita personali in maniera congrua al proprio essere, e questo può essere fatto innanzitutto valorizzando sè stesse e mettendo in risalto le proprie qualità e le proprie risorse delle quali molte volte siamo consapevoli, ma che abbiamo quasi vergogna a mettere in bella mostra, orgogliose di averle.
Probabilmente ciò è dovuto anche ad un retaggio culturale che non ha aiutato in maniera significativa chi voleva esprimersi in tutta la sua bellezza e la sua personalità, un pò per paura degli altri, un pò anche per paura di ciò che poteva significare dare voce al proprio Io, un pò anche a causa di vecchie reti sociali e culturali che non hanno spinto le donne ad essere semplicemente tali nella loro meravigliosa natura.
E’ importante dunque come primo passo iniziare ad ascoltarsi, ad ascoltare il proprio corpo, i segnali che esso ci manda e dargli la giusta importanza e la giusta attenzione e trasformare in maniera positiva le eventuali ferite che provocano dolore, rabbia ed una sorta di aggrovigliamento in sè stesse in un’energia dirompente e positiva che possa essere fonte di forza e di energia che possa aiutare nei successivi momenti di difficoltà.
Comprendere le proprie ferite, dargli attenzione e portarle alla luce, aiuta ad intraprendere un cammino verso una preziosa forza creativa per cambiare la propria vita, verso un più profondo sviluppo psicologico, uscendo dalla trappola degli stereotipi e dai giudizi che accompagnano da sempre l’indipendenza e l’ignoto, mettendoci nella condizione di sperimentare e di allontanarsi un pò dagli schemi conosciuti ed iniziare ogni giorno e per sempre una propria individuale esplorazione in modo da essere anche da sole ma non sentirsi mai sole.
Vorrei salutarvi con questa poesia della scrittrice Alda Merini che incarna a mio personale gusto, l’andare Oltre tutto ciò che c’è di conosciuto al di degli schemi e dei giudizi sociali e che attraverso le parole diede voce al suo cuore e alla sua sofferenza.
” A tutte le donne”
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso sei un granello di colpa anche agli occhi di Dio malgrado le tue sante guerre per l’emancipazione. Spaccarono la tua bellezza e rimane uno scheletro d’amore che però grida ancora vendetta e soltanto tu riesci ancora a piangere, poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli, poi ti volti e non sai ancora dire e taci meravigliata e allora diventi grande come la terra e innalzi il tuo canto d’amore.
Alda Merini